mercoledì 3 luglio 2013

DI CORSA CON AVIS



Hanno percorso in venti giorni più di 1.200 chilometri a corsa, portando  un messaggio di solidarietà e di speranza in nome di Avis. Filippo Morbidoni, 25 anni  e Francesco Flamini, 28, entrambi di Spoleto, sono tornati domenica scorsa a Follonica, da dove erano partiti un mese prima alla volta di Barcellona, per quella che si può considerare una vera e propria impresa sportiva, ma anche un’ impresa al di là delle possibilità umane tenuto conto che in questo loro viaggio attraverso tre nazioni non hanno avuto il supporto di nessuno, né umano, né tecnico e senza ricambi, sostegno medico o logistico. Armati solo del loro Iphone hanno percorso dalle grandi arterie ai piccoli tratturi, dove a fatica passa una persona, incontrando mille pericoli e trovandosi talvolta in grandissima difficoltà. Il loro racconto, frutto della giovane età, ha il sapore dell’avventura ma anche della temerarietà e della incoscienza.  Ad accoglierli nella sala del consiglio comunale sono stati il sindaco, Eleonora Baldi, il presidente provinciale Avis, Carlo Sestini e quello comunale di Follonica, Roberto Olivi che hanno consegnato ai due spoletini dei riconoscimenti. “Siamo orgogliosi di voi – ha detto loro il primo cittadino –  per quello che avere fatto. In un momento in cui i giovani perdono sovente i punti di riferimento e  vediamo allontanarli dai valori fondanti, voi avete mostrato che è possibile compiere un’impresa con poche risorse e nel nome di un ideale, impresa con cui avete portato in Europa un messaggio che deve travalicare le frontiere, quello della speranza e della solidarietà verso gli altri.” Poi ha lanciato loro una sfida. “Vi aspettiamo il prossimo anno per un nuovo progetto, partendo sempre da Follonica, magari più organizzati anche logisticamente e con la presenza di due atleti nostrani.” “Non ci sono parole per esprimere l’apprezzamento a questi ragazzi che hanno mostrato come sia possibile coniugare sport e solidarietà – è stato il commento di Carlo Sestini -. A loro va il ringraziamento di tutti i donatori perché quella che hanno compiuto è una impresa per loro e un esempio da mutuare come recita il messaggio di cui erano latori, “Se vuoi puoi. Se puoi dai” che dovrebbe appartenere al codice genetico di ogni persona.” “Con la volontà si può tutto – gli ha fatto eco il presidente Olivi -, figuriamoci un piccolo gesto come quello della donazione di sangue.  Filippo e Francesco in questo senso sono stati magnifici. Magari il tutto andava organizzato meglio, coinvolgendo anche i cugini francesi e spagnoli. Sarebbe potuta essere una festa per tutto il mondo della donazione. Ma va bene così. Credo che questi due grandi atleti, in fondo, hanno voluto misurare anche i loro limiti, senza avere “aiutini” dall’esterno.”  Da parte loro Francesco e Filippo hanno raccontato di aver avuto sostegno solo in Italia dalle sezioni Avis dei territori attraversati fino al confine con la Francia. “Da lì è iniziata davvero l’avventura - hanno detto - . Talvolta abbiamo dormito all’agghiaccio,  dentro una ruspa o una cabina telefonica, coperti solo da una busta di cellophane. Altre volte ci siamo trovati in difficoltà perché non trovavamo l’acqua per dissetarci. In Spagna siamo persino capitati dentro una mandria di tori e la cosa, non è stata per nulla simpatica.  Cosa avevamo con noi? Praticamente un paio di scarpe di riserva e un cambio di biancheria intima che lavavamo quotidianamente. Eravamo partiti con sacchi a pelo, fornellino scaldavivande e una piccola dispensa che abbiamo subito abbandonato. Non potevamo appesantirci, perché anche un grammo pesava come un chilo. Ringraziamo l’Avis di Follonica e l’amministrazione per i riconoscimenti che ci sono stati attribuiti. Ma il riconoscimento più bello è l’aver potuto vivere questa avventura nel nome dell’Avis e della solidarietà, nell’aver propagandato il gesto del dono di sangue, pronti il prossimo anno a recepire la sfida che il sindaco ci ha lanciato.”