Hanno percorso in venti giorni più di 1.200 chilometri a
corsa, portando un messaggio di
solidarietà e di speranza in nome di Avis. Filippo Morbidoni, 25 anni e Francesco Flamini, 28, entrambi di Spoleto,
sono tornati domenica scorsa a Follonica, da dove erano partiti un mese prima
alla volta di Barcellona, per quella che si può considerare una vera e propria
impresa sportiva, ma anche un’ impresa al di là delle possibilità umane tenuto
conto che in questo loro viaggio attraverso tre nazioni non hanno avuto il
supporto di nessuno, né umano, né tecnico e senza ricambi, sostegno medico o
logistico. Armati solo del loro Iphone hanno percorso dalle grandi arterie ai
piccoli tratturi, dove a fatica passa una persona, incontrando mille pericoli e
trovandosi talvolta in grandissima difficoltà. Il loro racconto, frutto della
giovane età, ha il sapore dell’avventura ma anche della temerarietà e della
incoscienza. Ad accoglierli nella sala
del consiglio
comunale sono stati il sindaco, Eleonora Baldi, il
presidente provinciale Avis, Carlo
Sestini e quello comunale di Follonica, Roberto Olivi che hanno
consegnato ai due spoletini dei riconoscimenti. “Siamo orgogliosi di voi – ha
detto loro il primo cittadino – per
quello che avere fatto. In un momento in cui i giovani perdono sovente i punti
di riferimento e vediamo allontanarli
dai valori fondanti, voi avete mostrato che è possibile compiere un’impresa con
poche risorse e nel nome di un ideale, impresa con cui avete portato in Europa
un messaggio che deve travalicare le frontiere, quello della speranza e della
solidarietà verso gli altri.” Poi ha lanciato loro una sfida. “Vi aspettiamo il
prossimo anno per un nuovo progetto, partendo sempre da Follonica, magari più
organizzati anche logisticamente e con la presenza di due atleti nostrani.”
“Non ci sono parole per esprimere l’apprezzamento a questi ragazzi che hanno
mostrato come sia possibile coniugare sport e solidarietà – è stato il commento
di Carlo Sestini
-. A loro va il ringraziamento di tutti i donatori perché quella che hanno
compiuto è una impresa per loro e un esempio da mutuare come recita il
messaggio di cui erano latori, “Se vuoi puoi. Se puoi dai” che dovrebbe
appartenere al codice genetico di ogni persona.” “Con la volontà si può tutto –
gli ha fatto eco il presidente Olivi -, figuriamoci un piccolo gesto come
quello della donazione di
sangue. Filippo e
Francesco in questo senso sono stati magnifici. Magari il tutto andava
organizzato meglio, coinvolgendo anche i cugini francesi e spagnoli. Sarebbe
potuta essere una festa per tutto il mondo della donazione. Ma va bene così.
Credo che questi due grandi atleti, in fondo, hanno voluto misurare anche i
loro limiti, senza avere “aiutini” dall’esterno.” Da parte loro Francesco e Filippo hanno
raccontato di aver avuto sostegno solo in Italia dalle sezioni Avis dei
territori attraversati fino al confine con la Francia. “Da lì è iniziata
davvero l’avventura - hanno detto - . Talvolta abbiamo dormito
all’agghiaccio, dentro una ruspa o una
cabina telefonica, coperti solo da una busta di cellophane. Altre volte ci
siamo trovati in difficoltà perché non trovavamo l’acqua per dissetarci. In
Spagna siamo persino capitati dentro una mandria di tori e la cosa, non è stata
per nulla simpatica. Cosa avevamo con
noi? Praticamente un paio di scarpe di riserva e un cambio di biancheria intima
che lavavamo quotidianamente. Eravamo partiti con sacchi a pelo, fornellino
scaldavivande e una piccola dispensa che abbiamo subito abbandonato. Non
potevamo appesantirci, perché anche un grammo pesava come un chilo. Ringraziamo
l’Avis di
Follonica e l’amministrazione per i riconoscimenti che ci sono stati
attribuiti. Ma il riconoscimento più bello è l’aver potuto vivere questa
avventura nel nome dell’Avis e della solidarietà, nell’aver propagandato il
gesto del dono di sangue, pronti il prossimo anno a recepire la sfida che il
sindaco ci ha lanciato.”